Le pratiche usurarie non sono tutte uguali, questo può essere il caso della cosiddetta usurarietà sopravvenuta.
Benché siamo abituati a pensare all’”usura” come a una pratica legata all’ambito criminale, in realtà si tratta di qualcosa che può avere luogo:
Questo perché l’usura, tecnicamente, non è altro che – nell’ambito di un prestito – un tasso d’interesse superiore a quanto previsto da una normativa, una legge, un regolamento o un accordo.
Nel mondo dei prestiti questo genere di problemi avviene costantemente, frutto magari di accordi non chiari o di difformità sopraggiunte nel corso del rapporto.
Il problema è che ovviamente non sempre l’usurarietà dei tassi è rilevabile nell’immediato.
Talvolta le cifre sono talmente esigue, o confondibili con altri importi di spese legittime, che trascorrono mesi, se non addirittura anni, prima di rilevare un’anomalia nell’accordo di restituzione rateizzata del prestito.
Il concetto di per sé identifica un incremento anomalo e indebito dei tassi di interesse legati alla rateizzazione di un prestito ma all’interno del macrocontesto dell’usurarietà esistono diverse forme in cui essa può manifestarsi.
In questo caso specifico vogliamo approfondire quella che viene definita “usurarietà sopravvenuta”.
L’usurarietà sopravvenuta è la manifestazione di interessi legati a un contratto che, tuttavia, al momento della stipula non rappresentavano un valore percentuale difforme da quanto affamato dalle linee guida nazionali.
Difatti, esistono dei tassi–soglia che, per legge, non possono essere superati.
Essi però erano incrementati nel tempo generando dunque quella che potremmo definire una usurarietà “postuma”, cioè occorsa in un secondo momento, durante la vita del rapporto, e dunque – appunto – sopraggiunta.
I motivi per cui tali tassi possono incrementarsi sono molti:
In tutti i casi il risultato è un aumento anomalo delle rate per via dell’incremento della quota interessi.
La giurisdizione prevede protocolli specifici quando parliamo di usurarietà sopravvenuta.
Questo, proprio perché la sua manifestazione è generata da eventi e condizioni non desumibili in fase di firma del contratto e nemmeno analizzandone le varie clausole accordate in fasi di avvio del rapporto.
Come detto, accorgersi che il proprio contratto di prestito sia interessato a usurarietà sopravvenuta non è sempre semplice.
Questo, proprio in virtù della frequente difficoltà di analisi dei calcoli che interessano i vari aspetti dei pagamenti da corrispondere alla banca.
In linea di principio comunque la strada più diretta è quella di confrontare il tasso di interesse applicato alla propria rata con quelli “soglia” stabiliti e pubblicati sui canali della Banca d’Italia.
Attenzione: la determinazione del superamento del tasso soglia va fatta tenendo conto che il tasso-usura deve essere onnicomprensivo.
Comprendente, quindi, commissioni, spese di ogni genere, remunerazioni etc.
Inutile dire che vista la complessità della materia la soluzione migliore è affidarsi a un perito esperto in analisi dei mutui e competente nella materia di usura bancaria.
Nel tempo le leggi legate al contrasto del reato di usura in ambito bancario si sono inasprite e sono state rese maggiormente vincolanti per gli istituti finanziari.
Questo al fine di tutelare maggiormente i correntisti che hanno a che fare con questo genere di problema e a causa del quale sono vittime di disagi economici anche di rilievo.
Nella fattispecie:
La definizione stessa del tasso soglia rappresenta inoltre il primo baluardo di difesa del correntista contro questo genere di pratica.
A tale scopo, sono stati istituiti anche fondi di solidarietà e sostegno per i privati e i professionisti colpiti da questo genere di problema.
Sul fronte legate è possibile agire sia in forma stragiudiziale che giudiziale, in funzione delle casistiche.
In prima battuta è possibile porre rimedio rinegoziando in contratto.
Sono possibili anche azioni di natura diversa volte a concretizzare:
Come detto, in materia di usura bancaria non ci si può affidare al caso, nè tanto meno a persone di scarsa competenza.
Ecco perchè affidarsi a un vero professionista può fare la differenza: è il caso del Dott. Giuseppe Cappuccio, dello Studio Cappuccio di Roma!
Esperto in contenzioso bancario, anatocismo ed usura a Roma.
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