Nella consuetudine bancaria una prassi piuttosto comune per i correntisti è quella di usufruire, in alcuni specifici frangenti, del cosiddetto “scoperto di conto corrente”.
Si tratta di uno strumento disponibile per chi è titolare di un conto e ha necessità di effettuare spese di maggior livello rispetto all’usuale andamento dei propri standard finanziari.
Inutile specificare che utilizzare più soldi di quanti in realtà ne siano disponibili sul conto è un’operazione rischiosa da non prendere a cuor leggero, soprattutto se non si ha la certezza di coprire i costi generati in tempi utili.
Vediamo dunque tutte le caratteristiche della pratica di scoperto di conto corrente.
Lo scoperto di conto corrente, o scoperto di cassa / fido di cassa è una specifica formula di finanziamento che consente al correntista che ne fa richiesta di avere una somma prestabilita di denaro a disposizione, prescindendo dalla sua effettiva disponibilità economica in termini di conto corrente.
In altre parole la banca concede al privato una linea di credito di cui usufruire al momento del bisogno, in qualsiasi giorno dovesse ritenersi necessario il suo utilizzo, anche in caso di conto in rosso.
A differenza di un normale finanziamento, quindi, uno scoperto di conto corrente non viene erogato in una sola volta e il tasso di interesse che viene applicato di fatto si attua e diventa fattivo solo nel momento in cui viene utilizzato lo strumento dello scoperto.
Si tratta di un sistema molto diffuso in Italia, e praticato frequentemente proprio per via della percezione di estrema accessibilità a una soluzione economica temporanea, ma che talvolta può rivelarsi onerosa soprattutto in virtù dei genericamente alti tassi di interesse applicati ai prelievi in scoperto di cassa.
Questa domanda non può avere una risposta definitiva, dal momento che parliamo comunque di usufruire di un servizio della banca che, per quanto spesso utile, ha comunque dei costi.
Quindi, in linea di principio, chiedere lo scoperto di conto corrente conviene quando il correntista ha fatto bene i suoi conti, e di conseguenza può gestire senza troppe difficoltà il saldo altalenante bilanciandolo in positivo in tempi rapidi al fine di non caricare troppo le spese di interessi.
Ciò detto, è chiaro che esistono situazioni in cui lo scoperto di cassa può essere più conveniente di altre, almeno dal punto di vista squisitamente tecnico.
È il caso per esempio degli imprenditori o i privati che hanno un flusso piuttosto sicuro di entrate ma che, inaspettatamente, hanno una serie di ritardi nei pagamenti in ingresso che non gli consentono di assolvere alle spese periodiche da sostenere. Essendo questa una situazione temporanea di certa risoluzione potrebbe essere conveniente usufruire di un fido di cassa.
Esistono però altre situazioni che meritano maggior attenzione, e che potrebbero rendere conveniente o meno l’utilizzo di questa pratica.
Il credito stagionale è una situazione borderline, per esempio.
Tipico dei lavori che soffrono specifiche flessioni in alcuni momenti dell’anno, il credito stagionale relativo allo scoperto è quindi utilizzato di solito da professionisti che vivono flessioni controllate nel business durante l’anno.
È chiaro che questo scenario, pur essendo una situazione tecnicamente gestibile, va comunque tenuto sotto controllo perché se le flessioni tendessero a durare più a lungo del previsto anche l’esposizione inizierebbe ad essere maggiore di quanto desiderato.
Altro scenario, stavolta davvero poco auspicabile, è quello legato al credito sul conto corrente.
Parliamo quindi di una linea aperta su un saldo costantemente in rosso, dove lo scoperto va a sopperire provvisoriamente a uno conto che tornerà in breve ad essere negativo.
È evidente che uno scenario del genere non possa prevedere grandi sbocchi nel breve termine, e può sulla carta durare all’infinito (con tutte le conseguenti spese, costanti, i termini di interessi esercitati sullo scoperto utilizzato).
Anche in questo caso non esiste una risposta univoca.
Può infatti esistere, in base agli accordi con la banca, una data di rimborso determinata oppure no, così come la banca può sempre avvalersi della rescissione anticipata dal contratto per giusta causa, come un’eventuale mancato pagamento in tempistiche continuative e reiterate.
Lo scoperto di conto corrente è rilevante ai fini dell’usura in quanto determina la voce del cosiddetto fido accordato.
Per fido accordato “si intende il limite massimo del credito concesso dall’intermediario segnalante sulla base di una decisione assunta nel rispetto delle procedure interne, direttamente utilizzabile dal cliente in quanto riveniente da un contratto perfezionato e pienamente efficace (cd. accordato operativo). Esso deve trarre origine da una richiesta del cliente ovvero dall’adesione del medesimo a una proposta dell’intermediario.
Il fido accordato da prendere in considerazione è quello al termine del periodo di riferimento (ovvero l’ultimo nel caso dei rapporti estinti)”.
“Nel caso di passaggi a debito di conti non affidati o comunque se si verificano utilizzi di finanziamento senza che sia stato precedentemente predeterminato l’ammontare del fido accordato, l’attribuzione alla classe di importo va effettuata prendendo in considerazione l’utilizzo effettivo nel corso del trimestre di riferimento (ad es. nel caso di passaggi a debito di conti correnti non affidati deve essere considerato il saldo contabile massimo; nel caso di sconto di effetti e di operazioni di factoring su crediti acquistati a titolo definitivo deve essere considerato l’importo erogato)” (Cfr. Istruzioni Banca d’Italia, punto B4 Classi di importo).
Lo scoperto di conto corrente è fondamentale anche nel comprendere quali rimesse per conto siano solutorie e quali ripristinatorie.
Spesso infatti le cause di contenzioso bancario si giocano e decidono sulla base delle rimesse solutorie e ripristinatorie in relazione alla loro prescrizione.
Difatti la decisione delle Sezioni Unite (24418/2010) si è pronunciata sulla prescrizione dell’indebito, operando una distinzione tra:
A seconda della natura della rimessa, quindi, muta il dies a quo della prescrizione.
Partendo dal presupposto che uno scoperto di conto corrente ha sempre una serie di costi da sostenere, sia diretti che indiretti (ossia gli interessi ma anche spese accessorie in base agli strumenti di pagamento utilizzati, per esempio) la possibilità di entrare in sofferenza è sempre dietro l’angolo.
A questo aspetto bisogna porre molta attenzione, dal momento che le nuove regole dell’Autorità Bancaria per il 2021 inaspriscono le condizioni di difficoltà economica del correntista alle prese con un abuso di scoperto, rendendo il rischio di mora più vicino di quanto prima non fosse.
Un arretrato di oltre 90 giorni (per un’obbligazione rilevante) o 180 (per le amministrazioni pubbliche) diventa automaticamente un debito di rilievo.
Ciò accade, nello specifico, quando viene superata la somma di 100 euro per le esposizioni al dettaglio e 500 euro per le altre.
Un ritardo nell’accomodamento delle pendenze di altri 90 giorni, poi, rende fattibile la classificazione in default (che consiste nell’incapacità patrimoniale del debitore di assolvere ai suoi compiti in termini di risoluzione dei debiti).
Il consiglio, dunque, è sempre quello di porre estrema attenzione all’utilizzo di certi strumenti e, nel dubbio, avvalersi di esperti in conti correnti per una valutazione di opportunità nel fruire di determinati servizi bancari.
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