Rimborso azioni Carife: anche voi avete avuto problematiche relative alla gestione dei titoli azionari di questo istituto bancario?
Se è così, vi invitiamo a leggere questo approfondimento, che vi sarà utile a comprendere come poter ottenere un equo rimborso per le azioni Carife in vostro possesso.
Come noto, la Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A. (chiamata anche, per semplicità, Carife) è il principale istituto bancario della città di Ferrara, e per molti anni è stato ritenuto come l’ente creditizio per eccellenza, cui ogni famiglia ferrarese poteva rivolgersi per la gestione oculata dei propri risparmi.
Purtroppo questa narrazione è venuta meno negli ultimi anni.
Parimenti ad altri importanti istituti bancari del Centro Italia (quali Banca Marche, Etruria e Carichieti), sono state scoperte modalità di gestione dei conti a dir poco truffaldine, unitamente a operazioni e investimenti errati.
Oggi Banca Carife è un istituto ormai incorporato all’interno del gruppo BPER Banca, a seguito di una liquidazione coatta amministrativa e un processo di rifondazione, che ha mantenuto operativa solo la parte ritenuta “sana”.
Quel che rimane da questa operazione è la perdita, per moltissime famiglie ferraresi, di buona parte dei propri risparmi.
Parliamo di piccoli risparmiatori del territorio, che da un giorno all’altro si sono visti i propri titoli e obbligazioni subordinate, TOTALMENTE SVUOTATI DI OGNI VALORE.
Oggi spiegheremo meglio:
Il crollo del principale istituto bancario di Ferrara ha una genesi lontana, con una prima fase compresa tra il 2007 e il 2013.
Il tutto parte da una serie di operazioni immobiliari effettuate nella zona di Milano (Santa Monica e Milano Luce), non andate a buon fine.
Nella fattispecie parliamo di:
I giudici della terza sezione penale del tribunale di Milano hanno valutato queste operazioni come vere e proprie truffe ai danni di Banca Carife, perpetuate dai dirigenti dell’epoca.
Gli iter processuali, purtroppo, non hanno portato a grandi risultati, con parziale:
A questa vicenda, comunque oscura, si aggiunge un’ulteriore e grave truffa che ha colpito direttamente molti piccoli risparmiatori.
Ci riferiamo a numerose ricapitalizzazioni (del tutto inutili) eseguite negli anni, con aperture di credito nei confronti di gruppi finanziari, in seguito falliti.
Parliamo di decine di milioni di euro di finanziamenti, realizzati senza alcun senso e che, con il tempo, hanno portato alla:
Già con questa prima fase si è contribuito non poco a generare gravi perdite patrimoniali, mettendo a rischio il futuro di Banca Carife stessa.
Successivamente a queste perdite, il Ministero dell’economia e delle finanze, su proposta di Banca d’Italia, ha posto Banca Carife in amministrazione straordinaria “per gravi violazioni delle disposizioni legislative, amministrative e statutarie che regolano l’attività della banca e per la previsione di gravi perdite del patrimonio”.
L’uscita dalla crisi sembrava essere a portata di mano nel 2015, quando venne stabilito:
Nonostante queste premesse, i soldi promessi per la ricapitalizzazione (l’accordo doveva comprendere Banca d’Italia, Fondazione Carife e Fondo interbancario di tutela dei depositi), non sono mai arrivati.
Questo, a seguito di un parere contrario della Commissione Europea, che considerava l’intera operazione come un potenziale aiuto di Stato.
Il Governo, dopo mesi di commissariamento da parte di Banca d’Italia, sancì nel Novembre 2015, con il decreto “Salva Banche”, la liquidazione coatta amministrativa di Banca Carife, avviando un percorso di risoluzione per salvare la “parte sana”.
Il passaggio fondamentale di questo risanamento, dettato dal decreto “Salva Banche”, prevedeva:
I crediti deteriorati divenuti inesigibili (le cosiddette “sofferenze”), vennero inseriti all’interno di un’unica grande entità, denominata “bad bank” (priva di licenza bancaria), che comprendeva anche le sofferenze di altri istituti del Centro Italia, come Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti.
In estrema sintesi, ci siamo ritrovati con:
E per i piccoli azionisti di Banca Carife? Il quadro che ne esce è sconfortante.
Migliaia di risparmiatori della zona di Ferrara si sono ritrovati dal giorno alla notte senza più un centesimo in tasca, con bond subordinati e azioni che ormai valevano carta straccia, in quanto invendibili e totalmente privati del loro valore.
Oltre all’aspetto economico vi è una grossa problematica sociale, in quanto parliamo dell’azzeramento dei risparmi di una vita di interi gruppi famigliari di una precisa area geografica italiana!
Titoli azionari e obbligazioni subordinate, vendute fino a pochi giorni prima della messa in atto del decreto “Salva Banche” e ritenuti del tutto sicuri e con un buon rendimento atteso, nonostante la banca fosse sottoposta a commissariamento.
Anche questa volta ci troviamo di fronte a un esproprio autorizzato, dove non si è tenuto conto che:
Una vicenda che ha portato a danni economici già anni prima della liquidazione coatta, con l’approvazione di ripetute proposte di aumento di capitale, rivelatesi poi del tutto inutili, nonché dannose.
Qual è la soluzione ideale, se si desidera ottenere un equo rimborso per le azioni Carife in nostro possesso, e ormai carta straccia da anni?
La prima cosa da fare è ideare una strategia, atta a identificare tutte le irregolarità presenti nel rapporto tra banca e investitore.
Ma per arrivare a questo, è necessario saper eseguire un’attenta perizia bancaria, analisi non propria di un normale avvocato, ma che sicuramente può essere realizzata compiutamente dai professionisti dello Studio Cappuccio di Roma.
Esperti nella redazione di perizie di questo tipo, tali documenti risultano essere fondamentali nelle cause legali e nelle mediazioni stragiudiziali.
Ovviamente il rivolgersi a studi specializzati come il nostro risulta necessario, in quanto:
Quello che facciamo è proprio questo:
Il quadro generale appare molto chiaro.
La vecchia Banca Carife, come accaduto a molti altri istituti bancari italiani:
A chi contesta che ottenere il rimborso delle azioni Carife sarà molto difficile, in quanto l’istituto è inglobato da alcuni anni da BPER Banca, rispondiamo con una sentenza dell’Ottobre 2021.
In essa l’Arbitro per le controversie finanziarie, riconosce il diritto al rimborso parziale per un’azionista che aveva visto andare in fumo i risparmi di una vita, in seguito al decreto “Salva Banche”, e che tale rimborso è a carico di BPER Banca.
Questa decisione è molto importante, in quanto rappresenta un precedente a cui affidarsi.
Con esso si rafforza la tesi, secondo la quale spetta alla banca subentrata a Carife, il rispondere dei danni subìti dai risparmiatori!
Chi afferma che non avete alcun diritto a presentare azione legale contro BPER Banca, non vi sta dicendo il vero!
Ovviamente la necessaria analisi del rapporto con la banca, dovrà servire a verificare se davvero sussistono prove tangibili che Banca Carife abbia agito in modo irregolare nei vostri confronti.
Ma questo è proprio quello che andremo a verificare, grazie alla nostra perizia bancaria.
Desiderate ottenere un giusto rimborso per le tue azioni di Banca Carife? Non esitate! Richiedete subito una consulenza tecnica!
Per ottenerla, è sufficiente compilare il form di contatto che troverete di seguito.
Un modo semplice per avere un primo contatto con i professionisti dello Studio Cappuccio di Roma.
Percorriamo insieme la strada che porterà a ottenere un equo rimborso per le vostre azioni di Banca Carife!