Parlare di prescrizione del reato di anatocismo è importante in quanto, come è noto, l’anatocismo è forse una delle principali problematiche finanziarie che occorrono in un rapporto tra istituto bancario e correntista.
L’anatocismo è un reato regolamentato dalle leggi statali che, per sommi capi, definisce la capitalizzazione degli interessi maturati su un prestito, un mutuo o prodotti similari la quale a sua volta produce ulteriori interessi calcolati nel periodo successivo.
È evidente che tale condotta, spesso opaca e scarsamente comprensibile dal cittadino, sia stavolta molto difficile da rilevare e, complice una comunicazione poco trasparente da parte della banca, emerge soltanto alla chiusura di un conto, alla risoluzione di un saldo o ad altri eventi similari.
Nel momento in cui viene ravvisata la sussistenza di interessi anatocistici la legge consente al correntista di ricorrere attraverso vie legali per vedersi restituire gli interessi versati ma non dovuti. Ovviamente questo non è un processo immediato ma necessita di un percorso di natura giudiziaria complesso e spesso non troppo breve.
Il primo passo in questo senso è farsi affiancare da un consulente o un perito esperto in anatocismo bancario, che possa analizzare le documentazioni e le carte che “raccontino” il rapporto bancario nel dettaglio.
Tale analisi, corredata da valutazioni approfondite sui movimenti di conto corrente in entrata e in uscita, è in grado di individuare con buon margine di certezza l’esistenza di addebiti effettivamente non dovuti e successivi pagamenti altrettanto illegittimi.
Da quel momento in poi ha inizio l’iter processuale, che tuttavia deve seguire tempistiche ben precise.
L’anatocismo, al pari di qualsiasi illecito, gode di una tempistica precisa antecedente alla prescrizione. È dunque bene impugnare gli atti e ricorrere in tempi utili al fine di non vedersi decadere il diritto alla restituzione delle somme.
La legge sancisce la prescrizione per anatocismo al termine dei dieci anni che, tecnicamente, hanno inizio alla chiusura a saldo zero del conto corrente.
Tale specifica tuttavia non è sempre stata di facile interpretazione, al punto che la Suprema Corte è stata chiamata a pronunciarsi in tal senso e numerose sentenze hanno testimoniato l’indirizzo del Legislatore su questa materia.
Come detto, l’indirizzo generale è che la decorrenze dei termini si verifica allo scadere dei dieci anni dall’estinzione del conto corrente, ed è stato importante ribadirlo dal momento che uno dei principali impianti di difesa delle banche coinvolte in processi di anatocismo è stato incentrato proprio su questo punto.
La difesa degli istituti si basava cioè sul fatto che tale periodo, dieci anni, avesse inizio all’addebito in conto dell’interesse (dal momento che, tecnicamente, l’anatocismo si palesa in questo evento).
Come è ovvio questo assunto retrodata l’illecito di un tempo antecedente, e di molto, rispetto alla chiusura del conto, consentendo alla banca di richiedere prescrizione dal reato per termini scaduti.
A tal proposito la chiarificazione della Suprema Corte di Cassazione non lascia spazio ad ulteriori dubbi: il calcolo dell’interesse anatocistico sulla base del singolo addebito inquadrerebbe il rapporto in una frammentarietà non confacente alla natura del rapporto stesso, che va invece analizzato nel suo insieme e dunque necessariamente alla sua conclusione contrattuale.
In tal senso si sono altresì pronunciate le più recenti sentenze legate al reato di anatocismo con pure ricorso da parte dell’istituto finanziario (come la n° 3190 07/02/2017 e la meno recente n° 24418 02/12/2010)
Non di meno possono avere luogo delle eccezioni, come quelle evidenziate dal Tribunale civile di Torino che, con sentenza del 25 marzo 2010 in merito allo scoperto entro i limiti del fido oppure oltre i limiti, sancisce che il termine di dieci anni decorre dalla chiusura del conto per saldi passivi rientranti nel fido, mentre per saldi che eccedono il massimo scoperto si potrà calcolare come inizio decorrenza il momento dell’addebito.
Come già ribadito in altri sedi, il nostro Studio di Roma effettua un servizio di consulenza professionale nell’ambito dell’analisi di anatocismo.
Grazie agli anni di esperienza maturati, siamo perfettamente in grado di valutare e calcolare la presenza di un gap esistente tra interessi realmente dovuti e quelli anatocistici, pagati o non pagati.
Successivamente, una volta appurato l’ammontare di quanto non dovuto o da restituire (causa anatocismo) verrà interpellata la Banca agendo in giudizio, in particolar modo qualora non si avesse alcuna risposta alle precedenti richieste di colloquio stragiudiziale.
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