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Crediti deteriorati

controllo credito deteriorato

Qualsiasi rapporto tra correntista e banca che preveda l’erogazione di un prestito, sia esso un mutuo (scopri di più sul nostro servizio di analisi), un fido o quant’altro, è soggetto a regole ben precise che ambo le parti sono tenute ad osservare.

Discrepanze all’interno del rapporto possono comunque verificarsi anche a distanza di tempo dalla stipula del contratto, inserendo presupposti diversi rispetto a quelli che hanno sancito la firma inizialmente.

È il caso della sussistenza di crediti deteriorati, ossia quella particolare forma finanziaria di crediti che, a differenza di quelli standard, solvibili sulla base delle regole stabilite nel contratto, non godono della stessa salute economica.

Quando un credito diventa deteriorato

come si gestisce un credito deteriorato

Partiamo da un assunto: nel momento in cui un privato accetta il prestito da parte di una banca, nei documenti a lui sottoposti accetta anche le formule di restituzione del prestito previste dal loro accordo.

Nello specifico, verosimilmente, quelle regole saranno legate a un principio economico e uno temporale:

  • quello economico stabilisce l’ammontare della rata da versare in un determinato periodo, che sarà composta come è noto da una quota capitale e da una quota interessi;
  • quello temporale è invece legato appunto alla cadenza dei versamenti e alla durata della restituzione, in base alla somma di cui si è debitori.

Tale vantaggio della banca, inteso come ruolo assunto di figura erogante prestito cui spetta restituzione, viene universalmente inteso come credito.

Tali crediti tuttavia possono assumere forme diverse nel tempo, specialmente quando le condizioni di salute economica e solvibilità del debitore cambiano, passando da una situazione serena a una più complessa, per esempio.

Se il debitore entra in difficoltà economica e quindi in sofferenza bancaria e non riesce più ad adempiere con regolarità ai suoi obblighi di restituzione del prestito, allora la banca classifica il credito relativo come “deteriorato”, ossia un credito più difficile da risolvere a causa della cattiva qualità dei pagamenti.

Ovviamente tale valutazione non è arbitraria ma attiene a regole di analisi precise: un credito può definirsi deteriorato alla scadenza di novanta giorni oltre la quale il debitore non assolve a un determinato saldo di rata.

Tipologie di crediti deteriorati esistenti

Gli NPL (o “Non performing Loans”, la definizione anglosassone di “crediti deteriorati”) non sono tutti uguali e, nella loro microsfera, vantano diversi gradi di deterioramento in funzione della tipologia, della tempistica, dell’ammontare e quant’altro.

Possiamo distinguere dunque i seguenti tipi di crediti deteriorati:

Crediti scaduti oltre 90gg

In questa categoria rientrano tutte le tipologie di esposizioni, che non attengono a sofferenze o inadempienze, che hanno sconfinato i 90 giorni

Inadempienze

Tutti i crediti che la banca valuta quali improbabili alla riscossione, a meno di non ricorrere ad azioni intrabancarie come la rivendicazione delle garanzie.

Crediti deteriorati non performing

Parliamo in questo caso di crediti che, prescindendo dalle garanzie fornite per l’ottenimento del prestito, non forniscono certezze in termini di riscossione e scadenza.

Crediti in sofferenza

Figure debitorie in situazione di insolvenza o in contesto diverso ma comunque equiparabile all’insolvenza. Questa condizione prescinde ed è indipendente dalle previsioni di perdita sancite dall’istituto finanziario.

Effetti negativi del credito deteriorato

analisi di un credito deteriorato

Ovviamente i crediti deteriorati, pur facendo parte della normale amministrazione per un contesto bancario, rappresentano per l’istituto stesso un danno e come tale – non essendo possibile eliminarlo – va il più possibile contingentato.

I principali problemi derivano dal fatto che gli Npl decremento la redditività della banca, essendo di fatto un peggioramento della quota introiti. Questo richiede un incremento dell’attività di accantonamento, ossia la creazione di fondi appositamente pensati per fronteggiare la mancanza di entrate derivata dai crediti deteriorati.

Questi fondi, di conseguenza, non possono essere utilizzati per erogare nuovi prestiti, essendo impegnati a coprire quelli esistenti, e questo genera un ulteriore calo degli utili dal momento che il guadagno maggiore delle banche deriva proprio dagli interessi legati ai prestiti erogati.

In questi casi evitare l’accumulo è fondamentale, soprattutto limitando al massimo la concessione di prestiti rischiosi. Da questo punto di vista i criteri di valutazione del debitore, nella fase pre-concessione del prestito, devono essere precisi e rigorosi proprio per limitare al massimo potenziali problemi futuri.

Inoltre ha la sua importanza il monitoraggio del rapporto in corso di esistenza, in grado di verificare se nel breve medio termine potrebbero verificarsi situazioni di sofferenza e quindi tutelare il rapporto ancor prima che si verifichino.

Come gestire in modo attivo i crediti deteriorati

Oltre agli accantonamenti, certamente la rinegoziazione delle condizioni del prestito potrebbe essere una carta vincente per le banche al fine di limitare il problema degli Npl, almeno per quelli conclamati.

Concedere condizioni di rientro migliori al debitore potrebbe distendere una situazione finanziaria complessa senza esasperarla ulteriormente.

In parallelo, un’altra possibilità può essere quella della vendita dei crediti da parte della banca.

L’istituto finanziario ha infatti la possibilità di cedere i propri crediti deteriorati agli investitori o ad apposite società di riscossione, al netto di una conveniente riduzione del valore che – seppur comportando una perdita per la banca rispetto al credito originario – consente al meno di rilevare una quota certa di rientro, senza ulteriori spese di riscossione.

La gestione dei crediti deteriorati non è certamente un argomento semplice da affrontare per chi non mastica molto della materia.

Di conseguenza è sempre buona norma affidarsi a uno studio professionale come il nostro presente a Roma, in grado di proporre un serio servizio di analisi e gestione dei crediti deteriorati.

Non dimenticare di richiedere una consulenza bancaria e contattarci inserendo i tuoi dati in questo form.

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Dott. Giuseppe Cappuccio
Dott. Giuseppe Cappuccio
Commercialista specializzato in contenzioso bancario e iscritto all'Ordine di Roma a partire dal 2012. Collaboro con importanti istituti di credito e studi legali, con il Tribunale civile e penale di Roma, numerosi privati e aziende.